Aerei giocattolo: dall’antichità ad oggi

Aerei giocattolo: dall’antichità ad oggi

Questo capitolo raggruppa tutti i diversi e conosciuti aerei giocattolo, compresi i dischi volanti e i giocattoli spaziali.
Si distinguono due tipi di giocattoli: i giocattoli più leggeri dell’aria (palloni, dirigibili); i giocattoli più pesanti dell’aria (aerei giocat-
tolo, elicotteri).

Aerei giocattolo

Fra gli aerei giocattolo si differenziano quelli che non volano da quelli che volano grazie a una fonte di energia; questi ultimi sono chiamati giocattoli volanti.
Il giocattolo volante è stato oggetto di studio scientifico, partecipando alla genesi della storia dell’aviazione.
S’interessarono agli aerei-giocattolo molte celebrità, quali i fotografi Nadar, i fratelli Lartigue, i fratelli Tissandier e altri.

Dopo essere stato segnalato nel 1871 l’uso dell’elastico ritorto come fonte d’energia per merito di Alphonse Pénaud furono numerosi i modellini di tela, carta e legno che abili fabbricanti di aerei fecero volare. Alcuni produttori francesi (Alma) e tedeschi (Märklin e Bing) hanno creato giocattoli volanti agli inizi del secolo. Ma, a causa della loro grande fragilità, ce ne sono pervenuti purtroppo molto pochi.

Se l’aereo giocattolo fu all’inizio il precursore dell’aviazione, la produzione di quelli che sono seguiti, a partire dal 1903, sono lo specchio della storia dell’aviazione, il che è un fatto eccezionale nella storia del giocattolo. Infatti nel 1903 il primo volo del biplano dei fratelli Wright darà origine a numerosi giocattoli assomiglianti al loro aereo, prodotti da francesi (Rossignol, F. Martin), ma anche da fabbricanti tedeschi (Ernst Planck, Muller e Kalderer, Märklin, Bing, Fischer, Distler, Carette).

E sarà così per ogni grande avvenimento che riguarderà l’aviazione.
1909: la traversata della Manica da parte di Blériot ispirò i fabbricanti francesi e tedeschi. Ecco la nascita del piccolo Blériot, in filo di ferro saldato e in latta, fabbricato da Ernst Planck, o modellini, tipo Penny Toys, prodotti da Distler o Fischer. Sono tutti muniti di meccanismi a orologeria, che permettono loro sia di correre al suolo, sia, sospesi a un filo, d’involarsi in circonvoluzioni intorno al loro asse verticale, grazie alla messa in moto di un’enorme elica di cartone.

I fabbricanti di giochi scientifici, in particolare tedeschi, riprodussero per così dire tutti i modelli d’aerei d’attualità, e anche un “ornicoptère”, o aereo a vele battenti, tipo Blériot, prodotto dalla ditta Fischer in differenti misure, utilizzando vele di celluloide.

Dopo la transvolata dell’Atlantico, realizzata da Lindberg, lo “Spirit of St Louis”, monoplano, monomotore ad ali alte, ispirò parecchi fabbricanti.
Nel 1931 la ditta tedesca Gunthermann produsse il magnifico “Point d’interrogation”, con il quale i francesi Coste e Bellon compirono la traversata Francia-Stati Uniti. Questo superbo biplano litografato rosso corre al suolo, mentre l’elica è in moto. Sulle ali superiori sono stampate le bandiere francese e americana e i ritratti fotografati dei due piloti.

Giocattoli volanti

Se a partire dal 1903 la produzione di aerei giocattolo proviene essenzialmente dal mercato tedesco, alcune fabbriche francesi produssero soltanto questo tipo di giocattolo. È il caso di Louis Magnien, artigiano parigino che, alla fine del XIX secolo, molto prima della comparsa dell’aereo, si specializzò nella fabbricazione di giocattoli volanti.
Il primo di questi fu brevettato: si tratta di una mosca volante, ad ali battenti, sospesa a un filo. In seguito fabbricò un superbo Santos Dumont, in tela e filo di ferro.

Verso il 1910 la ditta C. Rossignol fabbricò parecchi piccoli aeroplani Wright e Blériot, in latta litografata molto leggera. Nel 1931 produsse una serie di aerei in latta imbutita e litografata, fra cui un bel biplano con apertura alare di una trentina di centimetri.

Altra ditta francese, che a partire dal 1925 si era specializzata nelle moto e negli aerei giocattolo, fu la casa J.M.L. (Jouets Magnien de Lyon), che non sembra avere alcun rapporto con l’inventore Louis Magnien della fine del XIX secolo. Come Rossignol, J.M.L. fabbricò numerosi aerei dell’epoca, in particolare un bellissimo biplano giallo e dorato, chiamato il “Paris-Tokio”, che ne ricorda la spedizione. Con la stessa attrezzatura, ma con diversa litografia, produssero il “Canari”, il “Coste et Bellon”, lo “Spirit of St Louis”, in versione mono o biplano. Tuttavia i giocattoli Rossignol e J.M.L. si differenziano dai produttori tedeschi per la mancanza di fedeltà ai soggetti reali.

Solo la ditta J.E.P. produsse, proprio prima della guerra, una serie di aerei litografati, muniti di meccanismo a orologeria, veri modellini su scala ridotta (il “Morane-Saulnier”, il “Dewoitine D27”, ecc.).
La C.I.J. (Compagnie Industrielle du Jouet) fabbricò nel 1936 il famoso “Caudron Renault 800 chevaux”, che vinse la Coppa Deutsch, malgrado la supremazia inglese dei “Supermarines” e italiana dei Macchi. È con questo aereo che Hélène Boucher divenne la donna più veloce del mondo; ma con cui perse anche la vita.
L’anno 1936 fu contrassegnato dall’attacco a Guernica in Spagna. I fabbricanti tedeschi produssero magnifici aerei giocattolo da caccia. Facevano parte dei “giocattoli di propaganda” per i bambini.

Aerei giocattolo di propaganda

Alla vigilia della seconda guerra mondiale l’aereo aveva un’importanza capitale, dopo che la guerra del 1914 aveva dimostrato quanto contasse la superiorità aerea nella tattica bellica. Furono numerose le ditte tedesche, fornitrici di giocattoli, che costruirono fedelissime rappresentazioni di aerei. Citiamo il caso della ditta Lehmann, che produsse un “Heinkel” e un “Siebel” con tanto di croce uncinata.
Come del resto fu il caso dello “Stuka”, aereo proposto dalla ditta Dux, in confezione completa da montare, che fu fabbricato senza licenza durante la guerra del 1940 dalla ditta francese J.E.P. e la cui produzione continuò dopo la guerra; quell’aereo portava allora insegne francesi!

Altra fabbrica che realizzò aerei di propaganda fu la casa Tipp con un superbo “Heinkel 111”, un “Siebel”, e anche un “Junker 52” che servì come bombardiere durante la guerra, oltre che per il trasporto di truppe, della posta, ecc.
A sua volta Märklin produsse un aereo in latta dipinta, da montare, di grandi dimensioni, che rappresenta un “Junker 52”, molto ricercato dai collezionisti.

Sempre in questo periodo la ditta Fleischmann, specializzata in treni e imbarcazioni, riprodusse del tutto fedelmente uno dei più grossi idrovolanti dell’epoca, il “Dornier X”, a dodici motori.
Il più diretto concorrente di questo magnifico aereo fu la replica in latta del celebre “Lieutenant de vaisseau Paris”, l’idrovolante “Latécoère”, prodotto particolarmente ben riuscito della ditta J.M.L. (Francia).

I fabbricanti italiani, in particolare la ditta Ingap, crearono dei bellissimi aerei giocattolo, come il “Savoia Marchetti 81” e il “CR 42”. Questi due aerei parteciparono alla seconda guerra mondiale.
Dopo il conflitto il “Savoia Marchetti” servì per il trasporto di passeggeri a medio raggio.

La ditta Paya produsse, in latta litografata, il primo idrovolante “Dornier Wall”, modello di quello che trasvolò la Groenlandia con la spedizione Amundsen, nel 1925. Fabbricò anche, probabilmente per la casa Dornier stessa, una versione di “Dornier Super-Wall”, particolarmente fedele.

Destinato a un brillante avvenire, la cui produzione cessò però ben presto in seguito a un gran numero d’incidenti mortali, l’aereo “tascabile”, il “pou du ciel” del 1938, fu riprodotto dal fabbricante tedesco Saalheimer e Strauss, specializzato in giocattoli di propaganda.

Aerei giocattolo da caccia

Nel corso della seconda guerra mondiale apparvero i primi aerei a reazione e si consolidò l’organizzazione delle grandi compagnie di trasporto aereo (Air France, Air India, British Airways, ecc.), con la nazionalizzazione dell’Air France nel 1945;
ci furono pure l’invenzione dei radar, la messa a punto di torri di controllo e la costruzione di aeroporti. L’insieme di queste opere trasformò l’immagine artigianale dell’aviazione d’anteguerra in una vera e propria industria.

Il famoso bombardiere B27 americano, che sganciò la prima bomba atomica su Hiroshima in Giappone, fu riprodotto dopo la guerra anche da grandi ditte giapponesi produttrici di giocattoli, come Yone e TN.

Dopo la seconda guerra mondiale, sono i giapponesi che fabbricano gli aerei giocattolo più belli, come per esempio gli aerei da caccia dell’US Air Force, con motore a elica o a reazione e numerosi altri modellini quali i “Douglas DC4”, “DC7”, “DC8”, i “Super Constellation”, ecc. Si poteva dire che tutti gli aerei giocattolo, fabbricati dai giapponesi, portassero i colori delle compagnie americane. Alcuni aerei, come il B36, bombardiere gigante a sei motori, che si distinse durante il conflitto in Indocina, ebbero parecchie riproduzioni.

La comparsa degli elicotteri sul mercato fu la novità che i fabbricanti di giocattoli proposero nel dopoguerra.
La ditta francese Joustra (Jouets de Strasbourg) ne fabbricò numerosi, fra cui il famoso “Alouette”. Joustra produsse anche bellissimi aerei civili in latta stampata, con quattro o sei motori a elica, che funzionano a frizione e che portano i colori Air France; il più grande di essi fu “la Croixdu Sud”. Prima della guerra, Joustra aveva riprodotto il bombardiere Farman, battezzato dalla ditta “Paris-Bourget” e “Paris-Saigon”, oltre alla fabbricazione di una serie di aerei a elica, fra cui una versione del “Dewoitine 330”.

Negli anni Cinquanta Joustra produsse alcuni aerei da caccia, con seggiolino eiettabile munito di paracadute, poi, nel 1955, un fedelissimo “Super Constellation”.
I grandi fabbricanti americani di giocattoli di latta, come Wyandottes, che fabbricò il famoso idrovolante “China Clipper”, o Marx, sicuramente non possono essere dimenticati quali creatori di accurati biplani.Nel 1950 i fabbricanti tedeschi produssero alcuni aerei civili. Come il “Viscount” della ditta Schuco, i cui aerei portano i colori delle diverse compagnie a seconda dei Paesi nei quali venivano distribuiti.
Ma quando si parla di aerei giocattolo, si tratta non solo di una produzione di giocattoli in latta stampata, ma anche di una moltitudine di modellini in metallo fuso.

È la ditta Dinky-Toys inglese (Meccano-Hornby) che nel 1931 lanciò per prima sul mercato una scatola di aeroplani in scala, costruiti in zamac.
Salvo un’interruzione durante la guerra del 1940, la produzione si protrasse sino al 1971, data di chiusura della casa. Ma è stato così grande il successo ottenuto da questi piccoli aerei fra i bambini, che altri fabbricanti, come Teckno o Majorette, ne hanno ripreso la produzione. Gli aerei Dinky-Toys d’anteguerra, in zamac (zinco, piombo e acciaio), furono sostituiti, per la loro fragilità, da pezzi in alluminio.

I giocattoli spaziali si conquistarono un posto importante sul mercato mondiale del giocattolo, nel corso degli anni Cinquanta. I fabbricanti giapponesi furono i più prolifici in questo settore, con la produzione di dischi volanti, astronavi, navette spaziali, robot, missili, ecc., che oggi appaiono così antiquati. Azionati da un lungo elastico, rudimentali missili compivano brevi evoluzioni e liberavano l’astronauta che ricadeva al suolo dolcemente grazie al paracadute.
Negli anni Settanta questi prodotti costruiti in latta scomparvero, hanno resistito soltanto i modellini di aerei in plastica termoformata, con motore a benzina e telecomandati, come pure i modellini in metallo fuso: in tema d’aviazione iniziava l’era dei giochi elettronici.

Nel capitolo riguardante gli aerei non possiamo dimenticare i fogli di cartoncino stampato, riproducenti modelli reali o di pura fantasia, che venivano ritagliati e assemblati dalle abili mani di fanciulli.

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